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Domande Frequenti

ENERGIA ELETTRICA - Domande Frequenti

Il servizio di maggior tutela garantisce la fornitura dell’energia elettrica e del gas metano, ai clienti domestici e non che non hanno deciso di passare al mercato libero dell’energia. Per quanto riguarda i non domestici (Aziende e Imprese), possono accedere alla maggior tutela con certi limiti massimi dimensionali o di consumi. Le aziende che hanno almeno un sito in Media Tensione o un fatturato annuo superiore ai 10 Milioni di euro o, ancora, più di 50 dipendenti accedono invece al Servizio di Salvaguardia.

Le tariffe in regime di maggior tutela (si parla di prezzo di un kWh di energia elettrica e di un Smc di gas metano) sono fissate trimestralmente dall’Autority (ARERA).

Gli utenti in regime di Maggior Tutela continueranno ad avere rapporti commerciali con la società distributrice presente sul territorio locale, prima della liberalizzazione del mercato dell’energia (E-Distribuzione in quasi tutto il territorio nazionale, ACEA per Roma, AEM per Milano, ecc).

Il Servizio di Salvaguardia, invece, è stato istituito per le aziende (clienti con Partita IVA) che non abbiano già optato per un fornitore del libero mercato e abbiano almeno una utenza sul territorio nazionale in media tensione o un fatturato annuo superiore ai 10 milioni di euro o più di 50 dipendenti.

Questo tipo di regime non riguarda quindi gli utenti residenziali (domestici) ed è stato istituito, al fine di evitare che un cliente aziendale del mercato libero, rimasto senza contratto di fornitura, resti sprovvisto di elettricità (da qui la denominazione di “salvaguardia”).

Tale tutela, però, presenta un prezzo che, in alcuni casi, determina il raddoppio dei costi energetici ed è gestita da operatori territoriali di riferimento, che regolano e definiscono le condizioni economiche e che sono a loro volta sottoposti al controllo dell’ARERA.

Nel mercato di Salvaguardia, quindi, il prezzo praticato è costituito da una componente energia, rappresentata dai prezzi di acquisto della “Borsa Elettrica” (PUN medio mensile) e dal parametro omega (Ω), che è una maggiorazione (una sorta di penale per essere rimasti senza contratto). In tale regime entrano anche i clienti morosi.

Mercato libero dell’energia elettrica e del gas significa che tutti gli utenti possono scegliere liberamente da quale venditore e a quali condizioni economiche comprare l’energia elettrica e il gas metano.

Fin quando un utente non passa al libero mercato si dice che acquista luce e/o gas in regime di maggior tutela.

Ogni venditore, teoricamente, ha piena autonomia nel determinare il prezzo di vendita, in realtà, agisce solamente sul prezzo della componente energia, in quanto i costi dei servizi di rete e delle altre componenti sono fissati dall’autority ARERA, essendo la rete di trasmissione e distribuzione unica sul territorio.

Il codice POD è un codice composto da lettere e cifre che identifica, in modo certo, il punto fisico sul territorio nazionale in cui l’energia viene consegnata dal fornitore e prelevata dal cliente finale. Poiché identifica un punto fisico sulla rete di distribuzione, il codice non viene modificato anche se si cambia fornitore. La struttura del Codice POD che le imprese distributrici sono tenute ad utilizzare prevede una stringa alfanumerica composta dai seguenti caratteri:

Codice Paese: IT, sigla fissa obbligatoria per l’Italia.

Codice Distributore: codice progressivo numerico di tre cifre (da 001 a 850) che garantisce l’univocità del distributore.

Codice tipologia di servizio: “E”, sigla fissa obbligatoria per energia elettrica.

Codice numerico: codice numerico progressivo, preferibilmente di otto cifre, che garantisce l’univocità del punto di prelievo.

Chiave di controllo: opzionale.

Il codice POD ti sarà necessario quando vorrai cambiare il fornitore dell’energia elettrica.

Il codice è anche presente sul display delle funzioni del contatore elettronico, come identificazione cliente ed è da utilizzare come riferimento per le comunicazioni con il venditore e il distributore.

L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha stabilito prezzi diversi per l’energia elettrica, a seconda del momento in cui la si utilizza, note come fasce orarie: durante il giorno, quando la domanda di energia elettrica è maggiore, il prezzo è più alto; la sera, la notte e durante i weekend e i giorni festivi, l’energia costa di meno. Le Fasce orarie definite dall’autorità e quelle con cui funzionano tutti i contatori elettronici di ultima generazione, sono tre (delibera ARERA 181/6):

F1 – Dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 19.00, escluse le festività nazionali.

F2 – Dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.00 alle ore 8.00 e dalle ore 19.00 alle ore 23.00; il sabato, dalle ore 7.00 alle ore 23.00; festività nazionali escluse.

F3 – Dal lunedì al sabato, dalle ore 00.00 alle ore 7.00 e dalle ore 23.00 dalle ore 24.00; la domenica e festivi, tutte le ore della giornata.

I fornitori possono però adottare un sistema diverso: recepiscono le letture del distributore locale sulle tre fasce sopramenzionate, ma poi suddividono i consumi con altri sistemi.

I più diffusi sono:

Sistema MONORARIO: a tutte le ore del giorno di tutti i giorni dell’anno viene applicata la medesima tariffa.

Sistema PEAK / OFF PEAK: i consumi vengono suddivisi tra 2 sole fasce. Picco dal Lunedi al Venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00, tutto il resto delle ore è Fuori Picco. Attenzione che molti fornitori tendono a suddividere le ore in maniera diversa. Alcuni sommano la fascia F1 + F2 nella fascia di Picco, altri spostano le ore.

Quale sia il sistema migliore o il più economico è impossibile stabilirlo a priori, perché ciò dipende molto dalle abitudini di consumo di ciascuna attività.

Quando si legge una bolletta dell’energia elettrica, tra le varie voci del dettaglio costi figura la componente servizio di vendita: ma cos’è questa componente? I servizi di vendita sono i costi che il venditore deve sostenere per acquistare e rivendere l’energia elettrica al cliente finale, conseguendone un profitto.

Per i Clienti Finali del Mercato Libero il costo della suddetta componente è fissato dal singolo venditore, mentre per i clienti finali in Maggior Tutela è stabilito dall’ARERA.

I servizi di vendita si dividono in due parti:

Quota fissa servizi di vendita, è un costo fisso che non dipende dai consumi, ma che rappresenta il costo deciso dall’Autorità e copre i costi fissi affrontati dal gestore. L’unità di misura di tale componente è €/cliente/mese e si suddivide in due ulteriori elementi:

  • Commercializzazione e vendita
  • Dispacciamento parte fissa

 

Quota energia servizi di vendita, è un costo variabile e che dipende direttamente dai consumi. Essa comprende:

  • tariffa dell’Energia (PE)
  • tariffa per il Dispacciamento (PD)
  • Componente di Perequazione

In ingegneria elettrica il dispacciamento è l’attività diretta ad impartire disposizioni per l’utilizzazione e l’esercizio coordinato degli impianti di produzione e della rete di trasmissione dell’energia elettrica, nonché dei servizi ausiliari.

In sostanza, il corretto funzionamento del sistema elettrico nazionale richiede che, in qualunque momento, sia mantenuto l’equilibrio tra offerta e domanda di energia elettrica. Il dispacciamento è l’attività che consiste nel mantenere questo equilibrio ed è affidato a Terna, il gestore della rete di trasmissione (alta tensione). La regolazione tra offerta e domanda di energia elettrica può avvenire agendo su vari fattori:

  1. La produzione, regolando l’attività degli impianti, in particolare quelli più flessibili (idroelettrico, gas)
  2. I consumi, tramite strumenti di “demand side response” che permettono di modulare la domanda
  3. I sistemi di accumulo, come le batterie o i sistemi idroelettrici con pompaggio
  4. Regolando le interconnessioni con l’estero

Ad oggi, l’equilibrio del sistema viene principalmente raggiunto grazie alla regolazione dell’offerta e delle interconnessioni con l’estero ma, per far fronte ai crescenti fabbisogni di dispacciamento derivanti dalla crescita delle rinnovabili non programmabili, le altre soluzioni basate sulla domanda reattiva e i sistemi di accumulo sono destinate a crescere.

Il costo del servizio di dispacciamento si ritrova in bolletta sotto la voce Dispacciamento o PD e vede il suo valore, espresso in euro a chilowattora (€/kWh), determinato dall’Autorità ogni trimestre.

Gli oneri per trasporto e gestione del contatore corrispondono ai servizi di rete presenti in bolletta fino al 31/12/2015. Con la nuova riforma in vigore dal 1 gennaio 2016, il legislatore tende a semplificare la bolletta elettrica e ad eliminare gradualmente gli scaglioni di prezzo dell’energia elettrica.

Servono a far recuperare alle società che gestiscono la rete elettrica nazionale i costi di trasporto, distribuzione e misura dell’energia elettrica. In poche parole, è il prezzo da pagare per poter trasportare l’energia dal punto di produzione al punto di utilizzazione.

Questi costi non sono negoziabili in quanto, per il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica, tutti i venditori usano la stessa rete elettrica nazionale e l’ammontare degli stessi è stabilito periodicamente dall’autorità ARERA.

È l’energia elettrica che non viene trasformata in “lavoro” e che genera un FATTORE DI POTENZA troppo basso. Il Fattore di Potenza o cosφ è una relazione tra energia attiva ed energia reattiva.
Con l’energia reattiva pari al 50% dell’energia attiva si ha un cosφ di 0,894.

L’energia reattiva diventa significativa con forniture che hanno potenze impegnate rilevanti, di almeno 16,5 kW e in questi casi viene misurata dal contatore trifase. Per il motivo prima esposto è prevista una penale se la sua quantità supera una soglia massima di prelievo.

Nella tabella sottoriportata sono esposti i corrispettivi da pagare per i prelievi di energia reattiva, addebitati, ricordiamo, solo per livelli di potenza disponibile superiori a 16,5 kW. L’Energia Reattiva si misura in VARh, ossia Volt Amper Reattivi all’ora.
I punti di prelievo devono essere dotati di contatore elettronico che rileva l’energia elettrica per fasce orarie e per l’energia reattiva prelevata nella fascia F3 le componenti tariffarie sono nulle.

 

Le tariffe delle penali per l’Energia Reattiva – 2018/2019

Tipologia Connessione Energia reattiva tra il 33% e il 75% dell’energia attiva c€/kVARh Energia reattiva eccedente il 75% dell’energia attiva
c€/kVARh
Utenze in BT 0,726 0,935
Utenze in MT 0,247 0,318

 

Se l’energia reattiva è troppo alta essa può essere regolata tramite un dispositivo chiamato rifasatore.

GAS - Domande Frequenti

Il primo passo da cui partire per risparmiare sulla spesa del gas è sicuramente l’analisi della propria fattura: la capacità di leggere e capire ogni voce della fattura è fondamentale per capire cosa si sta pagando e se l’eventuale proposta alternativa ricevuta è più o meno vantaggiosa. Anche perché, grazie alla Bolletta 2.0, la struttura della fattura è sempre la stessa, indipendentemente dal Trader scelto.

I DATI DEL CONTRATTO NELLA FATTURA GAS

Serve ad individuare con precisione il punto geografico sul territorio italiano in cui il gas viene prelevato dall’utente finale. Tale codice indentifica in maniera univoca l’utenza del gas metano ed è richiesto in fase di attivazione di un contratto di fornitura o un cambio d’intestatario. Può essere facilmente compreso se lo si paragona ad un codice fiscale. Esso, infatti, identifica univocamente un’utenza gas, come il codice fiscale identifica univocamente una persona. Ciò significa che, se cambi fornitore gas, effettui una voltura, un subentro o se sostituisci il contatore, il codice PDR non varia, rimane sempre lo stesso.

Il codice PDR si trova solitamente nella prima pagina della fattura, tra le informazioni generali di fornitura o nei dati tecnici. Se non riesci a trovare il codice PDR non ti preoccupare: contattaci sulla nostra WhatsApp Help Line (393 9122017); senza impegno, un nostro consulente ti aiuterà nella gestione della tua pratica sul gas metano. Se hai un contatore di nuova generazione elettronico, potresti trovare il codice PDR all’interno del display.

La cabina REMI del gas corrisponde al Punto di Consegna del gas (PdC), dove questo viene consegnato dalla società di trasporto alla società di distribuzione.

Il gas a livello nazionale viene trasportato in metanodotti ad alta pressione gestiti in regime di monopolio da Snam Rete Gas (una sorta di autostrade del gas). La fase successiva della filiera del gas è la distribuzione, un’attività attualmente gestita da più di 200 aziende dislocate su tutto il territorio. La distribuzione avviene in media e bassa pressione e termina con la consegna del gas ai clienti finali, attraverso il contatore del gas.

In questi impianti vengono svolte, mediante particolari strumentazioni, una serie di attività:

  • Filtraggio
    Per separare le eventuali particelle liquide e/o solide presenti nel gas
  • Preriscaldo
    Per mantenere la temperatura del gas intorno ad un valore di circa 5 °C
  • Riduzione della pressione
    Per diminuire la pressione del gas al livello prestabilito
  • Misura del gas
    Per contabilizzare e regolare il gas
  • Odorizzazione
    Obbligatoria per il gas ad uso domestico; avviene con l’aggiunta di sostanze odorizzanti. Il Gas, infatti, non ha odore e il suo classico odore è aggiunto per motivi di sicurezza.

Le cabine REMI sono telegestite attraverso un sistema informatizzato che ne controlla lo stato, consentendo di ottimizzare la conduzione dell’impianto e di rilevare in tempo reale eventuali guasti o anomalie.

La portata del gas metano è uno dei principali parametri nel dimensionamento di un impianto gas. Le sezioni delle tubazioni che trasportano il gas devono avere un diametro tale da garantire il passaggio della portata massima richiesta da ciascun apparecchio. La portata massima totale, che passerà nel tratto iniziale del circuito prima delle derivazioni, corrisponde alla somma delle portate di gas dei singoli apparecchi collegati. Nello stesso tempo, il diametro scelto deve limitare la perdita di pressione tra il contatore e qualsiasi apparecchio al di sotto dei valori limite stabiliti dalla normativa. La portata volumetrica del gas si misura in metri cubi all’ora: m3/h. Per ricavare la portata è necessario dividere la potenzialità termica per il potere calorifico superiore del metano (PCS):

  • Q (m3/h) = potenzialità (kW) / Hs (kJ/m3) * 3.600

dove Hs, il potere calorifico superiore, è pari a 38.311 kJ/m3

Poniamo l’esempio di una caldaia con una portata termica nominale pari a 15 kW, in questo caso la portata volumica sarà:

  • Q = (15 / 38.311 ) * 3.600 = 1,6 m3/h

Questa rappresenta la massima portata di gas richiesta dalla caldaia quando lavora al massimo della sua potenza. Nel normale funzionamento degli apparecchi, sia la caldaia che il piano cottura lavorano a potenze più basse e richiedono portate inferiori alla massima. Ad esempio, quando è acceso solamente un fornello della cucina.

Il potere calorifico superiore indica la quantità di energia che si può ricavare da un metro cubo standard di gas. Detto in maniera semplice, il potere calorifico superiore non è nient’altro che la quantità di energia contenuta in un metro cubo di gas, a condizioni standard di temperatura e pressione.

Oltre che a indicare l’energia prodotta da un metro cubo di gas, il potere calorifico è anche un buon indicatore di qualità del gas: migliore è la qualità della miscela combustibile di cui è composto, maggiore è l’energia che se ne può estrarre.

Il Potere Calorifico Superiore del gas è solitamente espresso in gigajoule per standard metro cubo di gas. È molto importante calcolare il potere calorifico superiore dato che, per il cliente finale, è fondamentale sapere la quantità di energia contenuta nel gas e fatturata poi in bolletta.

Lo standard metro cubo rappresenta l’unità di misura del gas in condizioni standard di temperatura e di pressione, mentre il coefficiente di conversione C è un numero che viene definito dall’Autorità, utilizzato per convertire il consumo di gas misurato dal contatore in metri cubi (mc) nell’unità di misura utilizzata per la fatturazione, ovvero in standard metri cubi (Smc).

Nella bolletta del gas sono fatturati i consumi in base alla quantità di standard metri cubi che avete consumato nel corso del periodo di riferimento. L’uso dello standard metro cubo di gas permette di garantire che per qualsiasi condizioni di pressione e di temperatura medie l’utente paga per la stessa quantità di energia.

Sorge naturale una domanda: quale è la differenza tra metri cubi (mc) e standard metri cubi (Smc) e perché si applica il coefficiente di conversione (C)?

Il volume del gas che arriva nelle nostre abitazioni varia, nel tempo, a seconda delle condizioni in cui si trova, cioè in relazione alla pressione e alla temperatura. Il gas assume, quindi, dimensioni diverse in relazione alla zona geografica di fornitura (ad esempio mare e montagna, nord e sud d’Italia), sarebbe quindi errato da parte dei fornitori calcolare i consumi basandosi esclusivamente sui metri cubi registrati dal contatore. Di conseguenza, per fare in modo che tutti gli utenti paghino esattamente per la quantità che consumano, l’Autorità ha introdotto l’obbligo da parte dei fornitori di calcolare l’ammontare dei metri cubi da addebitare al cliente finale, utilizzando il coefficiente di conversione, che converte appunto i metri cubi registrati dal contatore, in standard metri cubi (Smc).

Un’apposita apparecchiatura, chiamata convertitore di volumi, consente di misurare il gas da mc fisici a mc standard. Normalmente, i clienti domestici non sono provvisti di questo convertitore, presente, invece, nelle utenze che hanno consumi molto più elevati. Per questo l’Autorità ha definito un coefficiente C per effettuare la conversione e fatturare il gas attraverso gli Smc.

La conversione, quindi, viene effettuata dal fornitore, il quale presenta in bolletta il risultato del calcolo. Di seguito, un esempio per capire in modo semplice come si calcola il consumo di gas in standard metri cubi (Smc), utilizzando i consumi espressi in metri cubi (mc) e il coefficiente di conversione (C):

  • Consumo misurato dal contatore in metri cubi (mc): 1.400 mc
  • Coefficiente di conversione (C): 1,0034
  • Consumo espresso in standard metri cubi (Smc): 1.400 x 1,0034 = 1.404,76

Nella prima pagina della bolletta gas di Enel, Eni ecc., solitamente, trovi la sintesi degli importi fatturati ed il dettaglio fiscale. Qui viene mostrato il dettaglio delle spese che compongono il totale della bolletta gas. Tali spese si ripartiscono come segue:

  • Spesa per la materia gas naturale: comprende il costo del gas consumato, il suo acquisto e commercializzazione da parte del fornitore;
  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore: per il trasporto, lo stoccaggio, la distribuzione del gas e la gestione del contatore;
  • Spesa per gli Oneri di Sistema: destinata alla copertura di costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema gas e viene pagata da tutti i clienti finali del servizio gas;
  • Imposte: comprende l’imposta di consumo (accisa), l’addizionale regionale e l’imposta sul valore aggiunto (IVA);
  • Altre partite: non è presente in tutte le bollette ma solo in quelle in cui sono addebitati o accreditati importi diversi dalle altre voci di spesa. Ad esempio, interessi di mora, restituzione/addebito del deposito cauzionale, ricalcoli, contributi di allacciamento, ecc.

Costituisce la principale voce di spesa nella bolletta del gas, con oltre il 40% del totale. Come accade per l’energia elettrica, per chi è nel servizio di maggior tutela, i costi di questi servizi sono definiti e aggiornati ogni tre mesi dall’Autorità, mentre per coloro che sono passati al mercato libero dipendono dall’offerta scelta.
La maggior parte della spesa per la materia gas (ex servizi di vendita) si paga in quota variabile, ossia in funzione di quanto gas è stato consumato. Le voci di spesa nel dettaglio sono:

  • Materia prima gas in quota energia: corrisponde al costo previsto per l’acquisto del gas rivenduto ai clienti e si applica al gas consumato;
  • Oneri aggiuntivi in quota energia: equivalgono ai costi di carattere generale (es. servizio di rigassificazione, sviluppo stoccaggi, contenimento dei consumi di gas, ecc.)
  • Commercializzazione al dettaglio in quota fissa e quota energia: per le attività di vendita al dettaglio (gestione commerciale, servizi al cliente, ecc.)

La spesa per la gestione ed il trasporto del contatore, prima definita servizi di rete, serve a coprire le spese di trasporto del gas attraverso i gasdotti fino alle vostre case, lo stoccaggio dello stesso e la gestione del contatore domestico. La tariffa viene stabilita annualmente per tutti gli operatori dall’Autorità e tiene conto dell’inflazione, degli investimenti realizzati e degli obiettivi di recupero di efficienza. Il costo di questi servizi non cambia da un gestore all’altro e si divide sempre in:

  • Quota fissa: €/cliente al mese
  • Quota energia: €/smc in base al consumo

Questa voce comprende i corrispettivi destinati a coprire i costi delle attività di interesse generale per il sistema gas che vengono pagati da tutti i clienti finali del servizio gas. La spesa per gli oneri di sistema è decisa dall’Autorità e comprende:

  • Componenti della tariffa di distribuzione e misura per la copertura dei costi sostenuti per trasportare il gas sulle reti di distribuzione locale, per gestire i contatori ed i dati delle letture;
  • RS per l’incentivazione qualità del servizio;
  • UG1: per eventuali squilibri dei sistemi di perequazione per la distribuzione e misura del gas.

Nella bolletta del gas le imposte, stabilite dallo Stato, sono composte da:

  • Imposta sul consumo (accisa): diversa per Centro nord e Centro sud e a seconda di quattro scaglioni di consumo (0-120, 120-480, 480-1560, oltre i 1560 smc);
  • Addizionale regionale: definita in maniera autonoma dalle regioni;
  • Imposta sul valore aggiunto (IVA): applicata a tutte le voci della bolletta; per gli usi civili è al 10% per i primi 480mc consumati, al 22% su tutti gli altri consumi e sulle quote fisse; per gli usi industriali è al 22%, salvo per alcune attività che hanno diritto all’aliquota al 10% (ad esempio gli usi agricoli) e quelle che hanno IVA 0%.

Stabilita dall’ARERA, ha lo scopo di coprire l’assicurazione obbligatoria unica nazionale a favore dei clienti finali civili del gas per responsabilità civile, incendio e infortuni in relazione ai rischi connessi all’uso del gas naturale.

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